L'arte nella soggettività di Carma (a cura di Salvatore Moffa)

L'arte nella soggettività di Carma rovescia la prospettiva del passato e attesta nel travaglio temporale la sua volontà delusa dai paradigmi che l'hanno impressionata e si rivolge alla contemplazione dell'idea artistica per guadagnare una felicità che riesce ad appagarla con il discorso della propria favola ebbra di colori .

La pittura così accesa viene così considerata come un modo personale di esplicare se stessa e diviene legame con il reale arcano, con il mistero cosmico recuperato tramite il linguaggio tutt'altro che placato, ma tormentato ed inquietante nella tessitura cromatica tra un naturalismo di base ed il senso dell'astrazione.

La sua poetica si avvale quindi di una gamma di colori forti e chiassosi che trasporta in ogni suo quadro movimento e vitalità tali da avvincere la realtà per il sapore di fabulazione in un intrico di accensioni e di accordanze suggerite da un temperato surrealismo. Alla singola figura o alla coppia o alla maternità campeggiante che appare come bloccata nell'isolamento che fa da contrappeso dialettico un gettito di estroso impeto per tinte che guizzano via generosamente effervescenti. Conferisce in tal modo alle sue opere qualcosa di irreale pertinente a lei, senza farsi condizionare del tutto dalle esperienze altrui.

Questa specifica atmosfera ricca e giovanile avvolge il centro focale delle composizioni cristallizzate in un involucro esplosivi di abbandoni coloristici nella gioiosa facoltà della sua ottica.

Se la carica della guerra come calamità che l'uomo subisce e affronta è amara protesta di accorata meditazione , la festose immagini di un particolare della natura esprimono espansione e intensità nate dal cuore sensibile di una donna e trascritte di getto.

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